How I Met Your Mother si conclude dopo nove stagioni:
ecco cosa ricorderà il pubblico della sit-com che ha fatto ridere e riflettere
il pubblico, tra personaggi, tormentoni e canzoni

Un racconto divertente, nostalgico e con la capacità di ripetere alcuni elementi nel corso delle puntate, fino a farli diventare una costante a cui il pubblico si è affezionato.
Parliamo di personaggi, frasi, canzoni, gesti ed oggetti che hanno reso “How I Met Your Mother” la sit-com che ha accompagnato una generazione di giovani verso l’età adulta.
TvBlog vuole ripercorrere le nove stagioni della serie
ricordando gli elementi più caratteristici della serie, che i fan non
dimenticano ed a cui la sit-com non può rinunciare. Ne mancheranno alcuni, ma
anche questo è il bello di “How I Met Your Mother”: aver portato in tv una
quantità incredibile di situazioni, che rimarranno nella memoria di chi, nove
anni fa, sentì partire la storia del giovane Ted alla ricerca di sua moglie.
Barney
Stinson
Più
del protagonista Ted, è stato al centro delle scene più divertenti della
sit-com: donnaiolo, con un lavoro poco noto agli altri personaggi, ma che gli
permette di fare una bella vita e di avere tutti i completi che preferisce,
ottenuto dopo un passato da fricchettone, che rinnega per vendicarsi su un uomo
che gli ha rubato la ex. Barney, grazie
all’interpretazione di Neil Patrick Harris
(diventato uno tra gli attori più richiesti grazie a questo ruolo), incarna
l’amico con cui tutti abbiamo a che fare, quello che vuole portarci fuori a
bere senza pensare alle conseguenze, e che, ovviamente, sa come uscire da ogni
guaio. Il suo “Legend…wait
for it… dary!” è diventato uno dei tormentoni della serie tv.
The
Bro Code
Barney
è anche il più forte sostenitore del “Bro
Code”, un codice comportamentale tra amici di sesso maschile, da
seguire per aiutarsi a vicenda sopratuttto quando ci sono di mezzo delle
ragazze. Il Codice è citato da Barney a Ted e Marshall
(Jason Segel),
tanto da essere diventato un libro
vero e proprio, scritto dai creatori della serie tv Craig Thomas, Carter Bays e
dallo sceneggiatore Matt Kuhn.
Il Playbook
Altra
idea di Barney, un manuale che contiene tutti i modi per conquistare una
ragazza: dai più semplici ai più complicati, come fingersi personaggi con
storie capaci di convincere anche la ragazza più scettica. Il migliore, però,
resta “La Robin”,
con cui, nell’ottava stagione, Barney chiede la mano alla sua futura sposa. Su questo blog
trovate tutti i metodi usati da Barney nelle stagioni.
La slap-bet
Tutto
iniziò con il nono episodio della seconda stagione, dal titolo “Slap bet” (“Lo schiaffone”): cercando
di indovinare quale segreto Robin (Cobie Smulders)
stesse nascondendo agli altri protagonisti, Marshall e Barney fanno una
scommessa, per cui il vincitore avrebbe potuto dare uno schiaffo al perdente.
Barney crede di aver scoperto che la ragazza da giovane abbia girato un porno,
e prima di avere la conferma dà uno schiaffio a Marshall. Ma si sbaglia: per
punizione, Marshall potrà dare cinque schiaffi a Barney senza limiti temporali.
I cinque schiaffi diventato otto quando Barney decide di rinunciare ad
indossare la cravatta con le papere, altra punizione per una scomessa non
vinta. Gli otto schiaffi hanno fatto parte della serie, negli episodi “Gelosia” (seconda stagione),
“Lo schiaffeggiamento”
(terza), “La vendetta della
sberla” (quinta), “Scampato
pericolo” (settima), dove ne riceve due, “Slapsgiving 3: Slappointment in
Slapmarra” e “The
End of the Aisle” (nona).
Robin Sparkles
Al
centro della scomessa c’era il segreto di Robin: la ragazza, da adolescente,
era stata una star della musica pop in Canada, con lo pseudonimo Robin
Sparkles. La sua hit “Let’s
go to the mall”, sentita nella seconda stagione, è diventata un
tormentone della serie, con tanto di video musicale che prende in giro i
videoclip degli anni Ottanta. Un must per i fan della serie.
Lily e Marshall
Sono
cresciuti con i telespettatori: da fidanzati a sposati, per poi cercare un
figlio. Lily (Alyson Hannigan)
e Marshall hanno rispecchiato quello che Ted ha sempre cercato: la metà con cui
condividere momenti romantici e situazioni assurde, e con cui essere sè stesso
senza dover fingere una relazione all’apparenza serena ma con segreti da
entrambe le parti. L’innocenza con cui Lily e Marshall vivono la propria vita
sono il messaggio di amore sincero e reale che gli autori hanno voluto inserire
nella serie: Ted può anche fare fatica a trovare la donna ideale, Barney sarà
sempre un dongiovanni, Robin avrà difficoltà ad esprimere le proprie emozioni,
ma loro due ci garantiscono che là fuori l’amore sincero è possibile.
I sosia (e le teorie dello show)
La
sit-com è piena di teorie e riflessioni legate alla quotidianità, in cui anche
il pubblico si rispecchia. Una di queste ha fatto parte della serie per anni:
la teoria dei sosia. Ognuno di noi ha un sosia, dalla vita differente dalla
nostra ma capace di far confondere chi ci conosce. Nel corso delle stagioni, i
protagonisti hanno incontrato personaggi somiglianti a loro dai lavori più
improbabili: la sosia di Lily è una spogliarellista, quella di Robin è gay,
quello di Marshall è un avvocato coi baffi, quello di Ted è un lottatore
messicano. Barney, invece, ha più di un sosia: un tassista, un artista di
strada, un venditore di pretzel ed un dottore esperto di fertilità. Su “Serial Writers”,
Craig Thomas ha spiegato a Luca Barra la
scelta di usare strane teorie all’interno della serie:
“Tutti noi abbiamo teorie e regole sulla vita, tutti noi
ci inventiamo dei nomi per quegli strani fenomeni di cui ci accorgiamo nel
fidanzamento, nelle amicizie, nel mondo in generale. Quindi cerchiamo soltanto
di catturare il modo in cui le persone reali parlano e interagiscono tra loro:
se qualcosa ci sembra 1) divertente e 2) vero, lo mettiamo subito nella
sceneggiatura!”
I tormentoni
Il
più famoso è quello di Barney “Legend…wait
for it… dary!”, ma nella serie sono molte le frasi usate dai
protagonisti che diventano simboliche del personaggio stesso. Dal “Major…” seguito da
elementi diversi a seconda delle situazioni di Robin e Ted al “Lawyered” che usa
Marshall quando zittisce qualcuno ed al “Thank
You, Linus” di Lily della nona stagione, passando per il “Challenge accepted” di
Barney, che si butta in prove che nessuno gli ha chiesto di affrontare. Barney
è anche colui che dice “Suit
up” a qualcuno che non indossa mai un completo, che è in cerca
sempre di qualcuno che batta il cinque con la frase “High Five!”. Ma i tormentoni sono composti
anche da situazioni che si ripetono, come gli occhi indemoniati di Lily quando
si arrabbia (che ricordano molto Willow, il
personaggio interpretato dalla Hannigan in “Buffy”), i panini che compaiono nei
flashback al posto delle canne fumate dai protagonisti quando ricordano gli
anni dell’università, o le “intervention”
fatte ad ognuno di loro per aiutarli ad uscire da un’ossessione seria o
ironica, o la “Naked Man”,
la mossa strategica per cui un ragazzo, al primo appuntamento, si fa trovare
nudo davanti alla ragazza con cui è uscito (le cui origini sono spiegate
nell’ultima stagione).
Gli oggetti feticci
La
serie è ricca di oggetti che tornano nelle puntate a ricordare eventi già
accaduti o che diventano importanti per la trama del presente. Il primo, e più
memorabile, è il corno blu che Ted ruba per Robin nel pilot. Poi ne sono
arrivati molti altri, come i giochi in scatola del padre di Lily, il medaglione
che Robin nasconde nel parco ed il popolarissimo ombrello giallo della Madre.
Le canzoni
In
“How I Met Your Mother” la musica è molto presente, ma non le canzoni di una
qualsiasi colonna sonora: a diventare importanti, nello show, sono i brani
scritti appositamente dagli autori. Dalla già
citata “Let’s go to the
mall” a “Nothing
suits me like a suit”, cantata da Barney, fino a “You Just Got Slapped” di
Marshall. Menzione
a parte per “I’m Gonna Be
(500 Miles)” dei The Proclaimers,
il brano cantato da Ted e Marshall nei loro viaggi sull’auto del secondo.
Le guest-star
Al
centro ci sono i sei amici, certo, ma le gust-star hanno resto “How I Met Your
Mother” una sit-com ancora più importante, con attori molto popolari che si
sono divertiti a prendere parte ad uno o più episodio. Bryan Cranston,
prima di “Breaking Bad”,
è stato Hammond Druthers, il capo di Ted (è
comparso anche in un cameo della nona stagione); Joe Manganiello
è stato l’avvocato Brad, rivale di
Marshall; Alan Thicke è stato sè stesso
in alcuni episodi collegati alla storyline di Robin; Jennifer Morrison
è stata Zoey, fidanzata ambientalista di
Ted; Sarah Chalke
era Stella, la ragazza che lascia Ted il
giorno del loro matrimonio; Frances Conroy ha
interpretato Loretta Stinson, madre di
Barney; Kyle
MacLachlan era Il Capitano,
compagno di Zoey. E sono solo alcune.
Le risate miste all’emozione
Infine,
una delle caratteristiche che hanno reso “How I Met Your Mother”
una sit-com che è riuscita ad appassionare milioni di persone è stata la
capacità di riuscire a far ridere ed emozionare nello stesso momento: Craig
Thomas e Carter Bays sono riusciti a fondere momenti surreali e comici ad altri
intensi e capaci di far venire il groppo alla gola, come l’episodio in cui
muore il padre di Marshall. Una scelta che rende la serie ancora più vicina al
pubblico, come lo stesso Thomas ha detto a “Serial
Writers”:
“Né io né Carter abbiamo mai avuto l’obiettivo di rendere
How I Met Your Mother soltanto una joke machine, una macchina che produce
continuamente scherzi: altri sceneggiatori potevano farlo, probabilmente meglio
di noi! Invece, noi volevamo che la sitcom funzionasse (almeno in alcuni
momenti) più come un romanzo, come uno spettacolo teatrale o come un film.”
Un
obiettivo che sembra essere stato raggiunto, a prescindere dal finale in onda a
breve.